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…OCCHIO…..CI STANNO TRIVELLANDO IL C…..!!

gennaio 21, 2012

Anche questa operazione rientra nell’infausto stile dello scorso Governo Nazionale. E sì, “tenuti tutti a bada” ci ritroviamo con concessioni di monitoraggio / rilevazione idrocarburi in mare e con UN PROGETTO DI POSSIBILE TRIVELLAZIONE ED EVENTUALE INSTALLAZIONE PIATTAFORMA OFFSHORE nel mare di Monopoli senza che nessuno sapesse o che qualcuno dicesse. Bene, come ci insegna la storia recente installarsi una bomba ad orologeria in casa (vedi piattaforma per estrazione idrocarburi) è scelta scellerata tipica di quei governi i quali concordano con multinazionali profit-oriented operazioni poco chiare approfittando di condizioni socio-culturali degradate o mai progredite. E’ ancora vivo il ricordo della piattaforma petrolifera della BP (British Petroleum) al largo delle coste del Messico lì dove si è combattuto per quasi 1 anno per conseguire la chiusura e messa in sicurezza della falla apertasi dal pozzo estrattivo in mare a circa 400 mt di profondità. La natura di tale attività economica (estrazione in mare, combustione in mare, stoccaggio di sostanze lavorate) comporterà inevitabilmente una desertificazione sociale ed urbanistica decisiva per il futuro della nostra terra alimentando inevitabilmente il fenomeno dell’ emigrazione di lavoratori più o meno giovani preclusi dalla possibilità di scommettere nella propria terra su settori come la pesca, il turismo, la green economy ecc.. Invito pertanto i lettori di questa mia esternazione a riflettere su tali tematiche e relative prospettive ed a voler intraprendere azioni partecipative atte al contrasto di tali meschini progetti.

selmiggiano

riportiamo di seguito un articolo tratto da LOSTATOQUOTIDIANO.IT

Piattaforma petrolifera a Monopoli. Legambiente: scelta riluttante

legambiente-ecourbanoFranco Tarantini, Legambiente Bari

Monopoli – DOPO la possibilità della “prospezione” dei fondali del mar Grande a Taranto, “alla ricerca di idrocarburi”, adesso anche a Monopoli è prevista la costruzione di una piattaforma petrolifera, a 25 chilometri ad est della città. “Il via libera alle attività di ricerca di nuovi giacimenti nel mare di fronte a Monopoli, ottenuta dal ministro Prestigiacomo nei giorni scorsi -dichiara Francesco Tarantini, Presidente di Legambiente Puglia-, è una scelta anacronistica e da rigettare. Investire ancora nella ricerca di petrolio non è certo la strada verso l’autonomia energetica del Paese. Secondo stime assolutamente attendibili l’Italia ha riserve di petrolio recuperabili per 109 milioni di tonnellate che, a fronte di un consumo annuale che nel 2006 si era attestato sugli 85 milioni di tonnellate, sarebbero appena sufficienti a coprire il fabbisogno di poco più di un anno. La strada da percorrere per render l’Italia progressivamente indipendente dalle importazioni, per invertire in processi che riguardano le emissioni e vincere la sfida dei cambiamenti climatici, -conclude Tarantini- deve puntare su altri obiettivi, come il risparmio, l’efficienza energetica, le fonti rinnovabili e l’innovazione tecnologica”. Il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare di concerto con il Ministro per i Beni e le attività culturali con decreto il 15/10/2009 avrebbe autorizzato la società inglese Northern Petroleum ltd ad avviare le perforazioni a 25Km ad est di Monopoli le perforazioni per la ricerca di petrolio e in caso positivo l’insediamento di una piattaforma petrolifera offshore, per una superficie di 735m7 km quadrati. “Sconcerto di fronte ad una decisione del Ministro Prestigiacomo che cade sulla testa dei pugliesi senza il minimo consulto del territorio”, “preoccupazione” per “il silenzio del Sindaco di Monopoli Emilio Romani e della Regione Puglia” è stata espressa da Pierfelice Zazzera, coordinatore organizzativo regionale dell’Italia dei Valori Puglia. “Ad essere danneggiata irrimediabilmente sarà l’attività di marineria lasciando senza lavoro decine di Pescatori oltre alle attività di ricezione turistica che chiuderanno battenti. Ricordiamo al Ministro che il 10% dell’inquinamento da idrocarburi è dovuto alle piattaforme petrolifere offshore e che il Mediterraneo risulta essere l’area marina più inquinata al mondo dal petrolio».

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